NO CAP: l’associazione contro lo sfruttamento del lavoro

Prodotti biologici, etici , corretti sia nel prezzo che nel rispetto del lavoratore.

Il caporalato è una forma estrema di sfruttamento del lavoro dell’essere umano che si manifesta in forme diverse su scala globale e rappresenta all’incirca il 10% dell’economia globale.

Il cibo che si coltiva, dove lo si coltiva e come viene distribuito, è una questione che ha un impatto su ognuno di noi: su ogni singola persona del pianeta.
Ovviamente i maggiori protagonisti imprenditoriali, non sono gli unici responsabili della fame e della povertà globali.
Tuttavia, la loro crescita è avvenuta anche grazie alla disponibilità di terreni e di lavoro a basso costo, ottenuti a discapito delle comunità povere di tutto il mondo e dello sfruttamento dei lavoratori.
Inoltre, oggi, hanno il potere di esercitare una grande influenza sugli intermediari e sui governi, ovvero su coloro che controllano e gestiscono la filiera alimentare globale.

In questa battaglia, dobbiamo essere coscienti che le regole del gioco sono dettate da pochi grandi gruppi commerciali che, in un mercato globale, appartengono a loro volta a pochi grandi gruppi finanziari.
Solo controllano aziende che a cascata, ne controllano delle altre e alla fine della filiera si ritrovano a sfruttare il lavoro dei braccianti e a mettere l’asta alla gola, alle aziende produttrici, con prezzi ridicolmente bassi del ricatto del prendere o lasciare.
L’impresa locale rimane spesso senza alcun margine, mentre i loro prodotti vengono venduti al dettaglio per cifre decuplicate rispetto a quelle dell’acquisto.
Il mercato dominato da modelli di distribuzione speculativa,, mira alla omologazione di tutti i processi produttivi e distributivi.

Oggi in Europa grazie alle tantissime conferenze, incontri e alla campagna di opinione della Rete NoCap e di tantissimi giornalisti bravissimi, sono stati raggiunti importanti risultati nella lotta allo sfruttamento lavorativo.

E’ iniziata nel 2011 con la Rivolta di Nardò contro il caporalato e tutte le forme di sfruttamento in agricoltura.

Grazie a quella rivolta si arrivò all’approvazione dell’articolo 603 bis del c.p. contro il caporalato e di tante altre norme e leggi a tutela dei lavoratori stranieri e italiani in agricoltura e non solo.

Yvan Sagnet, giovane ingegnere camerunense, insieme ad altri soci, fa nascere una Associazione no profit che porta il nome di NoCap, che raggruppa una rete di attivisti internazionale e progetta sistemi virtuosi per contrastare il fenomeno del caporalato.
NoCap mira a promuovere una nuova idea di economia basata sulle risorse naturali e umane del territorio, eliminando le cause strutturali di ogni sfruttamento dell’essere umano sul piano lavorativo e su quello esistenziale.

I suoi principi fondamentali:

  • produrre e vendere grazie alla qualità delle sue eccellenze agroalimentari;
  • contribuire alla tutela del territorio;
  • rispettare i diritti dei lavoratori;
  • escludere dai processi produttivi le organizzazioni criminali e favorendo la tracciabilità del prodotto;
  • guadagnare competitività tramite la modernizzazione dei processi produttivi e non tramite la compressione dei diritti e del costo del lavoro.

In altre parole, un prodotto non deve essere solo buono (biologico) ma deve anche essere principalmente giusto, cioè pagato al prezzo giusto, raccolto e lavorato da esseri umani liberi e in pieno godimento dei loro diritti, pulito cioè ottenuto abbassando emissioni e a rifiuti zero secondo le linee guida.

Obiettivo è quindi quello di sviluppare un modello etico, economico, energetico e sociale che consenta di fondare una nuova economia sociale di mercato, basato sulla promozione dei diritti umani e sulla tutela del suolo, con un passo deciso verso il futuro in senso innovativo, pulito e democratico.

In che modo?

Adottando un metodo che fa cardine su criteri importanti:

  • etica del lavoro;
  • decarbonizzazione dei processi produttivi ;
  • la filiera corta;
  • modello di economia circolare e rifiuti zero;
  • ottimizzazione dei processi produttivi;
  • al benessere degli animali negli allevamenti.

Qui, puoi approfondire perché di fatto, scegliere questo tipo di aziende piuttosto che altre, può aiutarci a salvare il nostro pianeta.